Work Works Raccontaci il lavoro
Diatribe aderisce all'iniziativa del Bice Bugatti Club, Streetar + e Heart pulsazioni culturali WORK/WORKS.
Accanto alla riflessione che gli artisti stanno facendo sul tema del lavoro dipengendo grandi teloni di 3 metri per 3 che verranno esposti periodicamente a Nova Milanese, in via Paolo Mariani, costruendo un dialogo tra gli artisti e il pubblico, desideriamo coinvolgere anche i nostri lettori nella stesura di un diario collettivo sul tema del lavoro.
Chiediamo ai nostri lettori di partecipare attivamente postando il loro commento sul tema del lavoro aiutandoci a stendere una riflessione collettiva con l'intento di fotografare la nostra realtà, quello che stiamo vivendo, ma anche quello che desideriamo che sia il lavoro.
Quello che andiamo a costruire è un percorso contemporaneo a quello degli artisti, che attraverso le loro immagini stimoleranno e provocheranno le riflessioni. Marco La Rocca ha aperto il discorso proponendo la sua idea di lavoro casa.
Come ci interroga questa immagine apparentemente infantile? Per Marco lavoro e casa sono intimamente interconnessi come ha spiegato nell'intervista che ci ha rilasciato.
Il secondo artista ad esporre è Danile Misani che ci propone la sua visione di Elevazione. Il lavoro è un modo di elevarsi con gli altri non singolarmente e ci propone un'elegante composizione di volo dei suo omini. Un'immagine quasi onirica per delicatezza e bellezza e decisamente molto grafica.
Facciamo che l'arte diventi un mezzo per muovere la riflessione sul nostro mondo e ci aiuti a modificarlo non lasciamola chiusa dietro i vetri delle gallerire o sui muri dei palazzi. Facciamo che parli forte e faccia risuanare la sua voce con la nostra.
Al termine di questo lavoro in una mostra collettiva esporremo tutte le opere e pubblicheremo anche il nostro DIARO collettivo.
Alcuni punti di riflessione del progetto WORK/WORKS
1-work vuole includere culturalmente quelli che il lavoro non ce l'hanno più o non lo hanno mai avuto e che nessuno organizza .
vuole entrare nella loro incertezza esistenziale e nel loro malessere e vuole scavare nelle responsabilità sociale del mal di vivere dei giovani senza futuro immediato.
w/w vuole richiamare gli artisti e gli intellettuali a contribuire di più.
2-work/works è un percorso collettivo sul lavoro e sulla sua mancanza,sulla sua specificità di un bene che dovrebbe essere comune a tutti ma non lo è.
Il progetto vuole essere anche un momento di rappresentazione di una condizione esistenziale che nega socialmente l'emotivita del quotidiano a milioni di persone.
Non è l'economia ma l'emotivita la più grande perdita sociale derivante dalla mancanza del lavoro.
Per i senza lavoro non esiste un supporto sociale collettivo. La società del lavoro,i sindacati,la politica appartiene ad altri.
Questa condizione non ha immagini. Le iconografie del lavoro hanno percorso l'arte del 900 ma non possono più essere quelle della nostra modernità.
3-Quasi Work
1- Le condizioni di instabilità derivanti da lunghi processi di ristrutturazione aziendale sono fonti principali di disagio lavorativo (stress lavoro correlato) soprattutto in casi di persistente crisi economica
2- l'impatto della cassa integrazione in un quadro di incertezza e' profondamente diverso per fasce di età ,genere,contratto.
Anche il legislatore ha regolamentato questi aspetti della salute psicosociale dei lavoratori,ma la società nei suoi meccanismi di solidarietà e culturali sembra essere assente.
3- Nulla e' più drammatico che agonizzare da vivi nel corpo morente di una fabbrica senza lavoro e senza futuro. Ma il dramma e' profondamente diverso per ogni lavoratore che ne conserverà per sempre le tracce invisibili nella sua emotività
4-Work/forza lavoro o attenzione?
1-Per Karl Marx i lavoratori "vendono o scambiano" forza lavoro al/con capitale.Oggi non è' propio così .
Il nostro valore professionale dipende ,oggi,da una merce particolare che ognuno di noi produce:l'attenzione!
Il costo dell'attenzione sprecata e' enorme .Ogni lavoratore americano riceve in media 126
Messaggi.
Questa sovrabbondanza di informazione costa all'economia americana circa 2 ore di lavoro pro-capite per un totale complessivo di 900 miliardi di dollari /anno.
2- l'attenzione e' comunque un bene finito per ciascuno di noi.Gli ingegneri hanno calcolato che un uomo nelle ore di veglia può processare nella sua vita 173 miliardi di bit e che i moderni lavoratori dell'informazione cambiano attività ogni 3 minuti.Peccato che per ritornare allo stesso livello di concentrazione della precedente attività occorrono ben 25 minuti !
Forse è con mente da veggente che il ns Karl in tempi non sospetti ha scritto "Il lavoro non è' la fonte principale di ogni ricchezza" e infatti e 'molto importante capire come si si lavora!!!
5 - No work - Organizzazione Internazionale del Lavoro(ILO)
Nel rapporto annuo World of work ,pubblicato il 3giugno,si prevede che il numero di disoccupati a livello mondiale passerà dagli attuali 200.000.000 (pari al 6% forza lavoro mondiali) a 208.000.000 nel 2015.
Gli incrementi maggiori saranno nell'Asia Meridionale,in Medio Oriente e in Africa.
6 - Work/ organizzazione del lavoro
-La Treccani definisce il lavoro come:"applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali dell'uomo rivolta direttamente e coscientemente alla produzione di un bene,di una ricchezza o comunque a ottenere un prodotto di utilità' individuale o generale "
La traduzione operativa di questa definizione e la storia della sue declinazioni sono elementi fondamentali nella vita di ciascuno di noi e della ns società .Non a caso la nostra costituzione recita nell'art.1 che"l'Italia e ' una repubblica democratica fondata sul lavoro".
-In Ogni fabbrica o attivita e in ogni luogo in cui il lavoro si articola la quotidianità del lavoro si bilanciano in maniera profondamente diversa le "facoltà fisiche e intellettuali "delle persone coinvolte.:Le regole interne che determinano questi bilanciamenti costituiscono l'organizzazione aziendale.
Taylor nel 1911 sosteneva che:"l'organizzazione scientifica richiede l'individuazione delle unità base del lavoro: i compiti elementari eseguibili da una mano d'opera con professionalità nulla,perfettamente sostituibile,e con tempi di addestramento ridotti al minimo.
All'uomo non viene richiesta alcuna elaborazione cognitiva delle informazioni ma solo l'esecuzione mnemonica di procedure e norme precisamente specificate"
Oggi questo approccio risulta riduttivo e solo in parte applicabile .ma il dibattito sulla organizzazione aziendale ,sul l'analisi dei processi lavorativi e la loro ingegnerizzazione e sulle componenti tecnologiche e umane e' oggetto di attività quotidiana.
Il lavoro sembra non esistere senza una attività organizzata anche quando si opera individualmente!
7- No Work-la mancanza di lavoro nelle società dell'incertezza
"Dalla società del rischio ,alla società della incertezza" così sintetizza l'evoluzione della nostra condizione uno dei più importanti studiosi della contemporaneita.(Ulrich Beck)
Nella società della fine del 900,prima dei recenti sconvolgimenti finanziari,il rischio era considerato un tema riconducibile a una razionale calcolabilta almeno in termini probabilistici.
Ovvero la probabilità dell'accadimento si riteneva valutabile in un contesto di formazione economico sociale definito (regole,leggi,welfare,economie nazionali).
Oggi i contesti meno strutturati, i rischi sociali e individuali sono meno valutabili.
Il passaggio a una situazione caratterizzata dalla globalità dell'incertezza ci trasporta in un mondo della non calcolabilta e prevedibilità .
E' stato lo spostamento a livello globali dei capitali,della finanza,della informazione ,della criminalità a destabilizzare i governi nazionali e i contesti socio culturali.
Tutti noi siamo stati improvvisamente inseriti in contesti con cui non possiamo interagire,che non possiamo controllare.
Da qui la difficoltà a "gestire" i nuovi rischi e la percezione individuale di naufragio avvenuto o incipiente che ci attanaglia .
È' uno degli aspetti della "società liquida"(Bauman) che fa si che il futuro appaia non determinabile.
Il crollo della economia e dei suoi sacerdoti saccenti ha minato le nostre certezze relative alle nostre prospettive di vita,le ns strategie i nostri sogni.
Una importante studiosa (Lisa Appagnesi) prevede in questo contesto un aumento nella diffusione e nella frequenza dei disturbi mentali.
"A livello mondiale" afferma"la depressione diventerà presto il secondo disturbo più diffuso dopo le cardiopatie.Nel mondo occidentale sarà il primo"
La situazione e' quasi paradossale,in Europa oltre 200 milioni di senza lavoro ma a differenza delle spettacolari misure di emergenza decise quasi istantaneamente dai governi a favore dei direttori delle più grosse banche mondiali,non si riesce a definire da tempo una reale polita nazionale ne sovranazionale per aumentare i posti di lavoro.
La piu diretta conseguenza e' che Intere generazioni in Euopa non potendo svolgere il lavoro per cui sono preparate non possono pianificare la propria vita.
Già il 7 settembre 2009 il "new York Times "raccontava che ad aggravare la situazione"milioni di vittime occulte della Grande Recessione... (Di cui le statistiche non tengo conto )sono costituite dalle persone che hanno ormai smesso di cercare lavor."
Che fare? Come prevedere e affrontare il ns futuro?come uscire dal modello fallimentare dell'individualismo che ha contribuìto a creare le condizioni culturali e politiche di questo disastro?
Scrive Zigmunt Bauman in uno dei suoi ultimi saggi che forse l'unico modo per prevedere il futuro e quello teorizzato dal "grande Antonio Gramsci" che invitava a unire le forze e a congiungere gli sforzi in modo da piegare gli eventi ai nostri desideri mantenendoci lontani da situazioni spiacevoli poiché la GUERRA contro la incertezza non sarà mai vinta del tutto ma questa sembra essere l'unica strategia che ci da la possibilità di vincere delle Battaglie.
In questi scenari non possiamo non concordare sul fatto che ormai tutte le ideologie liberal individualiste si sono improvvisamente dissolte nel nulla travolte d'ala durezza della nuova economia che è opposta a tutte le teorizzazione ante 2008.
Il recente dibattito politico sulle riforme costituzionali risulta in questo contesto quasi assurdo.
In una costituzione che afferma nel suo primo articolo che "l'Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro" tutte le forze politiche che non concordano su niente sono riuscite in poche ore a inserire in sostanziale unanimità un articolo ragionieristico legato al vincolo della parità di bilancio della stato inapplicabile nei prossimi deceni senza ovviamente porsi seriamente il problema dell'art.1!
Nessuno di noi ha visto ,sentito o potuto discutere di un piano strutturale per il lavoro.....
8 - Work/Dalla morte dell'utopia e della cultura operaia alla condizione esistenziale del lavoro frammentario
Nei "frammenti diversi "Nietzsche afferma ,a cavallo del novecento ,che "la macchina stritola gli operai" e che le parole"fabbrica, mercato del lavoro,domanda e offerta ,produttività appartengono al gergo dei negrieri e degli imprenditori"
Questa visione tragico pessimista alla fine dell'Ottocento si contrappone agli utopisti che propio nello stesso periodo hanno saputo elaborare l'immagine di un futuro possibile,della felicità in terra e della possibile costruzione di un benessere per il maggior numero di persone e hanno anche sperimentato nel sociale la loro utopia.
le tragedie belliche hanno distrutto le utopie e tutti i tentativi riformisti e rivoluzionari del primo novecento con tutto il patrimonio di elaborazioni culturali e sociali collegati a quel periodo storico.Anche la resistenza armata del secondo dopoguerra non costituisce più la base culturale sufficiente per dare risposte alla nuova modernità caratterizzata da relazioni sociali e politiche meno tragiche ma con specificità radicalmente diverse.
Quindi possiamo teorizzare che quelle utopie quelle ideologie di tutto il novecento sono morte per sempre come strumenti di pensiero e coesione di classe?Risposte difficili.
Certo che la struttura del lavoro e' radicalmente mutata e di conseguenza ,come sostenevano i "marxiani ," anche le sovrastruttura ideologiche e culturali si sono evolute.Ma cosa sta emergendo in questo contesto di frammentarietà e incertezza caratterizzato da processi globali e soffocato da una generalizzata iper informazione ?
La commissione di inchiesta del Senato francese nello stilare un rapporto sulla lunga catena di suicidi che ha colpito i lavoratori di Telecom France ha indicato nella fine della solidarietà tra lavoratori una delle principali cause di questa tragedia
Il Rapporto indicava inoltre altri due importanti concause : la eccessiva attenzione agli aspetti di sola natura economica nei rapporti tra la direzione e i lavoratori e la seconda a un eccesso di individualismo perseguito dalle politiche dei management aziendali e ormai fatto propio dagli stessi lavoratori .
Il suicidio insomma come conseguenza estrema dell'isola mento dei singoli e della rottura sostanziale dei vincoli di mutua solidarietà tra gli stessi lavoratori.
La situazione di Telecom france e' un caso isolato o è un esempio di quello che sta succedendo ? È la punta emergente di un malessere profondissimo e nascosto nel lavoro quotidiano di tutti noi o una situazione patologica?
Non è facile rispondere.Gli operai, i lavoratori, ormai non esprimono più una cultura collettiva,di classe.
Taylorizzato,alienato,travolto dalle mutazioni tecnologiche ormai l'operaio postmoderno proprio, come sosteneva Nietzche, sembra precipitare stritolato verso quel l'inferno della modernità che e'l'incertezza del non lavoro e del lavoro frammentario e instabile."Ha ancora senso quindi parlare di cultura operaia nella accezione pervenutaci dal novecento?
Il mutuo soccorso,le cooperative,il sindacato, le scuole professionali il contratto collettivo di lavoro...sono ancora attuali?Le forte dosi di individualismo senza welfare sicuramente non hanno contribuito a costruire nuovi e pregnanti orizzonti culturali .....anzi hanno logorato L'esistente, lasciando tutti senza alternative.
La morte della socialità operaia e delle sue culture ci ha lasciato in un mondo che sembra impoverito,senza mestieri,e senza solidarietà al punto che anche un pezzo di storia sembra sparire in un orizzonte piatto e anonimo .
Nelle terre di frontiera ,negli Usa ,quella dei nuovi assetti economici e sociali frutto del capitalismo aggressivo e della tecnologia di assalto, Eden della nuova socialità ,i consumi di psicofarmaci raggiugono ormai i 400 miliardi di dollari l'anno e l'Oms valuta che il 48 % della popolazione americana non dorme di notte per stress lavorativo.
Il tasso di suicidi ,a livello mondiale ,e' in continuo aumento : nel mondo si suicida una persona ogni 40 secondi oltre 1 milione l'anno.Si valuta che uno su tre sia collegabile alle condizioni lavorative.
Per ogni suicidio riuscito ci sono 25 tentativi falliti.
Sarà questo il vero risultato della evoluzione sociale e culturale del post operaismo e del trionfo della frammentarietà' e Dell'iperinformazione.?
9 - Work-Misurare /valutare il lavoro
L'art 36 della nostra costituzione recita "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi."
La costituzione sembra rimandare, in prima approssimazione,a un criterio di misura di natura temporale ed economico e ad una visione del lavoro quasi concettuale .
Il lavoro in altri termini sembra non essere qualificabile o quantificabile in termini di fatica,frammentarietà ,stress,precarietà : tutto viene ricondotto ad un concetto piu ampio e inclusivo di qualità e quantità a cui tutta la legislazione in materia dovrebbe ispirarsi.
Sembra anche che sia sottostante ,al dettato costituzionale ,un concetto di continuità del lavoro che oggi non sembra facilmente applicabile.
"Quantità e qualità" del lavoro! Ma come si misurano?bastano l'economia ,la legislazione del lavoro e i contratti a rispondere ai dettati costituzionali?
E ancora Come si fa a proporzionare la retribuzione alla qualità del lavoro?
Le cronache di questi giorni sembrano esasperare il problema .
Un recente dossier della CISL evidenzia ,per esempio,che il Ceo di Intesa(enrico cucchiani)impega tre gg per guadagnare come un suo cassiere tutto L'anno.(10786 euro gg).
E ' bene precisare che nonostante le evidenti sproporzioni lo stipendio del dott.cucchiani risulta lontanissimo
dallo stipendio di Luca di Montezemolo (23.800euro gg) o di Tronchetti Provera (15000euro gg) o comunque dei manager bancari americani che raggiungono circa 30000000 di dollari .
In media i managers americani guadagnano 354 volte più dei lavoratori che dipendono da loro.
Col reddito di un amministratore delegato di una grande società americana si potrebbero mantenere 6 presidenti americani e con lo stipendio dell'Ad di Fiat Marchionne ben. 6000 operai... Mah!
Il manager più pagato negli Usa ,Larry Harrison e' riuscito a guadagnare 1,84 miliardi di dollari ovviamente in un solo anno .
L'utilizzo dei puri parametri economici non sembra quindi garantire il rispetto dell'articolo 36 non solo per gli aspetti relativi alla richiamata qualità ma anche per quelli riferiti alla quantità.
La misura non economica della qualità del lavoro e la sua proporzionalità con la remunerazione sono diritto esclusivo del datore di lavoro e per legge può essere regata solo dal contratto di lavoro?i lavoratori possono/ devono essere parte coinvolta in questo
Processo? Se si come?
Le applicazione della normativa della qualità, della sicurezza e dell'ambiente hanno sicuramente introdotto indicatori aggregati per la valutazione del lavoro..ma non sono facilmente parametrabili con le situazioni economiche personali.
Sicuramente le norme riconducibili all'obbligatorieta di valutare lo stress lavoro correlato con i dati gestionali aziendali possono essere un utile indicatore di qualità e quantità del lavoro anche se la loro rilevazione e' molto complessa.
Ma largamente insufficiente risulta il vincolo di condivisione con le parti aziendali e di partecipazione ai processi qualitativi di miglioramento.
Il nodo vero sono le carenze culturali di entrambi le parti che non riescono a superare le ormai secolari logiche negoziali.....ma questa e' forse un'altra storia.
10 - Works -artisti
Durante il New Deal dal 1935 al 1943 negli Usa sono state prodotte 225000 opere con 5000 artisti scelti su progetti per un valore pari all'1% del totale dei progetti statali finanziati per il rilancio della economia. La paga settimanale percepita era pari a 25-35 $ la settimana.
11 - Works - precari e welfare
Occupazione ,disoccupazione ,precari lavori giovanili sono argomenti molto discussi ,ma ogni volta rimaniamo senza parole quando in Italia valutiamo le cifre e le modalità che il governo stabilisce per affrontare il problema.
Anche i recenti incontri europei sembrano confermare una linea di indifferenza o comunque di colpevole lentezza e superficialità della business community europea.
Come è possibile questo stato di cose rispetto alla velocità e all'istantea disponibilità di decine di miliardi esibita dagli stessi governi a fonte della crisi finanziaria che ha interessato le banche.?
La differenza forse sta nei diversi sistemi di welfare.
Contrariamente a quanto sembra emergere dal dibattito italiano degli economisti liberali ,che vogliono addebitare al costo del nostro welfare " eccessivo" la impossibilita di affrontare decentemente politiche del lavoro, risulta invece che I paesi a welfare più forte ,quelli del nord Europa ,sono quelli che resistono meglio alla crisi e che hanno tassi di occupazione più elevati .
Per capire meglio quello chie sta succedendo partiamo dai precari e dai disoccupati.
I precari in Italia sono quasi 3,5 milioni con uno stipendio mensile di € 836 e solo il 15% ha una laurea.
Un terzo dei precari circa è occupato nella pubblica amministrazione tutti gli altri sono concentrati nel settore del commercio e dei servizi alle imprese.
La situazione non è' paragonabile a quella degli altri paesi. Tutti i cittadini europei ,dico tutti in Europa ,tranne Italia e Grecia ,hanno un salario minimo garantito,giovani compresi !anche in Inghilterra esiste questo livello di garanzia che è esteso come negli altri paesi anche agli immigrati e che neanche la signora Tatcher ha voluto scardinare?
Questi due paesi non hanno applicato La direttiva europea 92 barra 441 che impegnava a partire dal 1992 tutti gli Stati membri ad adottare delle misure di garanzia ti reddito come un elemento qualificante del modello di Europa sociale. La Francia che e 'arrivata molto tardi rispetto ai paesi europei nordici al reddito minimo lo ha adottato dal 1 dicembre 1988.
E' bene chiarire che Il reddito minimo e 'cosa diversa dall'indennità di disoccupazione che in Italia come in altri paesi europei è regolata da normative speciali che condizionano l'entita e la esigibilità a fronte di versamenti di contributi.
In tutti i paesi europei il reddito minimo e' integrato con sussidi per l'affitto ed altre riduzioni sui servizi telefonici,scolastici etcsopratutto per i giovani.
Ora se per affrontare i temi legati all'art 18,ai contratti atipici si prescinde da questo scenario di welfare e si confrontano le realtà solo da un punto di vista contrattuale e legislativo specifico non si capisce assolutamente nulla.
Gli imprenditori del nord Europa sono chiamati a fare il loro mestiere e non sono chiamati a operazioni di supplenza o assistenza sociale allargata.
Guarda caso il paese /i paesi con economia più forte o che stanno resistendo meglio alla crisi hanno il livello di welfare più forte...che dire?
Non si tratta di volere un salario per tutti indifferenziato ma si devono capire le differenze per definire le strategie per il lavoro.
In Italia si spende nelle amministrazioni centrali percentualmente più degli altri paesi europei: forse dovremmo iniziare a discutere visto che ormai sono milioni i giovani o ex giovani che fluttuano nella più completa precarietà e incertezza.!
Peccato che non se ne parli...
12 - No work - pilitiche e dati sui Disoccupati
Nell'unione europea i disoccupati sono 26, 5 milioni ( 11% della popolazione attiva ) 5,6 milioni sono giovani fino a 24 anni.
in Italia il totale e ' pari a 3,3 milioni (12% ) di cui cui 696.000 giovani Mercato del lavoro è una porta chiusa della serratura ancora misteriosa In Italia dal 2001 al 2012 il dibattito e' stato soprattutto sulla riforma dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori perché consentire maggiore facilità di licenziamento all'impresa sembrava la mossa obbligata.
In Francia dal 1997 al 2005 è stato il momento della riduzione dell'orario con la legge ideata da allora ministro socialista Martin Aubrey delle settimana di 35 ore entrata in vigore nel 2000.
In Germania con la riforma del 2005 si e'semplicemente rinsaldata la catena che collega la scuola apprendistato. Ogni giorno guardiamo con ansia i giornali per capire se oltre ai dati terrorizzanti emergono risposte o idee sensate... Ma fino ad ora niente ormai siamo oltre i numeri.
13 - No work-neet
Alle drammatiche statistiche e considerazioni sui disoccupati vanno aggiunti i giovani emarginati cosiddetti "neet" not in Employment ed location training secondo la definizione dell'OCSE
Quanti sono i neet in Europa e in Italia?Quanto costano?
Si calcola che la in Europa la generazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni senza fiducia costa 135 miliardi di euro l'anno.
In Italia 800000 giovani hanno lasciato prematuramente gli studi e nel sud il 50 % dei giovani che ha abbandonato la scuola lo ha fatto senza avere trovato una alternativa nel lavoro.
In Italia la quota dei Neet e' di molto superiore a quella europea(22,1% e 15,3% rispettivamente )
14 - Work-art 1 della nostra Costituzione
L'art 1 "l'Italia e' una repubblica democratica fondata sul lavoro"ci costringe a discutere sul "concetto di lavoro."
Il lavoro che compare in questa formulazione e' il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni e non una prerogativa della sola classe lavoratrice.
Questa formulazione del lavoro si opponeva ,all'atto del dibattito costituzionale ,a quella proposta dai socialisti ,comunisti e repubblicani che recitava "l'Italia è una Repubblica democratica di lavoratori"
La nozione generale adottata di lavoro e' quindi ,nell'art.1,separata dalle nozioni particolari ,soggettive correlate alle esigenze di tutela della sicurezza ,dignità ,stabilità del lavoro ,uomini o donne che vengono .affrontate in altri articoli ed e' anche distinta dai soggetti o da classi specifiche.
Il lavoro nella definizione dell'art.1si configura quindi come condizione necessaria e di base per garantire una esistenza dignitosa ma soprattutto come diritto ,anche se specifico e particolare.
Unico fra i diritti ,infatti ,il diritto al lavoro ,esplicitamente enunciato tra i principi fondamentali della costituzione,non è un diritto che possa essere tutelato dal tribunale ma la cui applicazione può essere solo garantita dalle attività politica legislativa della Repubblica.
In questa periodo storico in cui il mondo del lavoro è in una fase di sostanziale decostruzione si assiste al capovolgimento del concetto di legittimità a favore del concetto di effettività.
La logica della costituzione ,invece ,prevede che alla base di tutto ci sia il lavoro e che dal lavoro debbano dipendere le "politiche del lavoro" e ,di conseguenza ,da queste dipendano le economie reali.
Oggi invece tutto dipende dall'economia finanziaria che condiziona a tal punto l'economia reale da rendere inefficaci le stesse politiche del lavoro .
In particolare la esasperazione del criterio di flessibilita ha fatto si che tutti gli ultimi interventi in materia si siano sviluppati secondo direttrici di sostanzialmente al limite della incostituzionalità .
Il lavoro in altri termini non può per la ns costituzione essere considerato una eventualità o una parte frammentaria della nostra esistenza ma deve esserne il fondamento a cui ancorare tutte le regole della nostra democrazia.
Ha ragione Gustavo Zagrebelsky quando ribadisce che "La politica deve essere condizionata al lavoro e non il lavoro alla politica"e a sua volta alla economia e quando ricorda che l'art.3 recita"E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini,impediscono(.....)la effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del Paese".
Non si può in sintesi compromettere il significato costituzionale del lavoro senza pensare di non compromettere la ns stessa democrazia.
15 - Work/works-Wwwworkers
Wwworkers è un acronimo, sintesi perfetta tra www e workers. È una piattaforma nata da nel gennaio 2010 e che coinvolge la community dei lavoratori della rete. In una prima accezione ha aggregato coloro che si sono messi in proprio lasciando il posto fisso e utilizzando le nuove tecnologie come vetrina, come luogo privilegiato di dialogo e di vendita. Il concetto oggi s'è allargato: sono wwworkers coloro che lavorano anche grazie alla rete, nelle proprie aziende, nelle PMI italiane, nella Pubblica Amministrazione o nelle multinazionali operanti in Italia o all'estero.
Wwworkers è stata anche una trasmissione radiofonica su Radio24 da gennaio a luglio 2010. Wwworkers è anche un libro edito da Gruppo24Ore uscito nel marzo 2011. Oggi Wwworkers è anche una piattaforma che racconta le storie dei lavoratori della rete "geolocalizzandole” in una mappa italiana del digitale, che aggiorna sui trend di mercato e opportunità di business,che offre un forum di confronto e una piazza virtuale per postare i propri desiderata sulle azioni della futura classe politica che governerà l'Italia. Wwworkers è anche un fomat "a rete unificata", un appuntamento mensile che permette ai lavoratori della rete di ritrovarsi in videoritrovo su Google+ e di confrontarsi con politici, giornalisti ed esperti del settore
Sono 700000 e contribuiscono al 2%del PIL, non si vedono ,ma sono riusciti a elaborare un manifesto e a incontrarsi a Bologna.
Sono lavoratori individuali organizzati che elaborano modalità lavorative e prospettive tecnologiche oltre che rivendicare azioni sul piano fiscale e legislativo.
Sono parte della "città invisibile"che vive tra noi.
16 - Work/works-coworking
È uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione.
Forse i primi esempi di coworking artistico sono stati gli ateliers parigini del primo novecento che hanno rappresentato non solo la concreta possibilità per artisti di lavorare ,ma che hanno permesso di costituire una formidabile community intellettuale
Il coworking non riguarda infatti solo lo spazio fisico, ma soprattutto l'istituzione della rete relazionale.
Nella storia dell'arte e del design tutte le esperienze interdisciplinari sono state ricche di interessanti evoluzioni.
Basti pensare all'istituto d'arte di Monza nei primi anni del secolo scorso o alla incredibile esperienza del Bauhaus in Germania ove erano presenti tutte le tecniche e i mestieri inclusi anche le attività teatrali.
Le due esperienze citate sono state ferocemente osteggiate dai rispettivi regimi autoritari senza però riuscire a distruggere nel tempo il valore il loro
artistico e culturale.
Spesso ,oggi,i principali promotori del coworking sono le nuove imprese startup, poiché grazie ai suoi bassi costi è accessibile e alla portata di tutte le tasche ed è forse per questo che Milano ha una delle reti di coworking più sofisticate del mondo.
Le moderne tecnologie consentono nuove e interessanti sinergie ,ma il coworking oggi si pone come una incredibile opportunità per i saperi del fare.
La riproposizione dei lavori semplici e artigianali e' una scommessa per il futuro facilitata da una drastica riduzione dei costi operativi di supporto(segreteria affitti,computer etc)
17 - Work/works-Crisi/Suicidi/immolazioni
Il sociologo francese Emile Durkheim è stato il primo a rifiutarsi di interpretare il fenomeno del suicidio come effetto di un mero disordine individuale, collegandolo piuttosto al contesto socioculturale in cui il soggetto si muove.Sono in aumento anche i casi di immolazione che hanno un significato e un impatto sulla società molto diverso da quello che può avere un suicidio. Mentre il siucidio è un atto prevalentemente individuale, sintomo di un fortissimo malessere, di un disagio che chi sceglie di togliersi la vita non riesce più a sopportare. Chi decide invece di immolarsi compie un atto ben più violento ,un gesto di rabbia con cui si accusa e si condanna in maniera espicita una società, un governo, un modello di sviluppo che non è riuscito a prendersi cura della collettività che ad esso fa riferimento. E che rischia di innescare un tragico e al contempo pericolosissimo effetto domino in un'Europa smarrita di fronte alle conseguenze di una crisi che ormai non è più solo economica, ma anche politica e sociale.In Francia negli ultimi tre anni si sono tolte la vita 750 persone e ben 10000 hanno tentato di farlo.Oltre 12 persone si sono immolate per disperazione.
Quanti suicidi legati al lavoro in Italia?
-E’ uno dei conteggi più amari e dolorosi che negli ultimi tempi tocca fare quando si parla di crisi economica. Ci riferiamo a quello dei suicidi che purtroppo continuano a rimanere drammaticamente una delle spie più evidenti di come le difficoltà economiche continuino letteralmente a strozzare migliaia di imprenditori e lavoratori. A raccogliere i dati è Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università “Link Campus University”. E se nel 2012 i suicidi totali imputabili a ragioni di carattere economico e finanziario erano stati 89, nel primo trimestre di questo 2013 siamo purtroppo già arrivati a quota 32, ossia circa il 40% in più di quelli registrati l’anno scorso nello stesso periodo. Una vera e propria recrudescenza che segnala una fase quanto mai acuta di difficoltà, in perfetta antitesi rispetto a chi ritiene che saremmo già in una situazione di fuoriuscita dalla crisi.
Una recrudescenza che tra l’altro si è fatta evidente soprattutto nell’ultimo mese di marzo quando ben 16 tra imprenditorie lavoratori si sono tolti la vita, al ritmo impressionante di 2 al giorno. L’oppressione dei debiti, il baratro del fallimento o la perdita di un’occupazione sembrano essere particolarmente insopportabili per i soggetti che vanno dai 45 ai 54 anni. E’ proprio in questa fascia di età infatti, che si registrano i maggiori suicidi con un’incidenza del 34,4%. A seguire quella dai 35 ai 44 anni, con il 32,1%. Tra essi la maggioranza è rappresentata da lavoratori disoccupati. Sono stati ben 16, il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2012, quelli che hanno scelto l’insano gesto sopraffatti dalle difficoltà economiche dovute alla perdita del lavoro. Sono stati invece 14 gli imprenditori spinti al suicido dal rischio di insolvenza e fallimento.
. Per quanto riguarda poi l’area del Paese più colpita dalla tragedia dei suicidi di imprenditori, in testa si conferma il Nord, e in particolare la Regione Veneto, che con 8 decessi guida questa triste classifica. Nel dettaglio, nelle Regioni settentrionali in questi primi tre mesi del 2013 sono stati 29 gli imprenditori che si sono tolti la vita, poi a seguire il Sud con 6, il Centro con 5 e le Isole con 2. E a fronte di chi riesce purtroppo a portare a compimento il proposito di togliersi la vita, ci sono invece una serie di casi in cui l’insano gesto, fortunatamente, va a vuoto. Un numero però quello dei tentati suicidi anch’esso in preoccupante aumento. Sono stati ben 11 i casi registrati nel primo trimestre del 2013, di cui otto nel solo mese di marzo.
18 - Workers- nerd
Benjamin Nugent nel descrivere in un suo bel libro l'origine dei social network chiama i ragazzi che hanno aderito entusiasticamente a questa rivoluzione tecnologica NERD.
Chi sono i proto nerd? Wilkipedia afferma che sono generalmente persone afflitte da disturbi di relazione sociale che appartengono alla cultura americana asiatica orientale. Sono in altre parole persone con gravi problemi di relazione interpersonali in un contesto socioculturale dominato dal mito della macchina ,dell'efficienza e che quindi decidono di interagire individualmente ma in massa nel contesto operativo e culturale in cui operano.
"Persone abituate a operare secondo delle modalità molto individualiste e poco collaborative ". Frutto di questa di questo approccio è stato l'evoluzione tecnolugica che ha prodottoil telelavoro,le Comunità con tool collaborativi e a conoscenza condivisa, il crowdsourcing etc ,ovvero tutte quelle tecniche che presuppongono un modus operandi capace di coinvolgere masse di INDIVIDUI che possono proiettare la loro attività su scala planetaria.
Ma molti nelle organizzazioni non vogliono essere individui, ma vogliono operare in collettivo ,amalgamati da comportamenti fideistici e/o stereotipici.
Sembra ormai che nelle organizzazioni piu innovative Non sia più richiesta una "naturale abilità sociale " che si esprimeva in ogni relazione o incontro concreto ,ma che ormai si lavora per la socialità formalizzata dei Nerd ,con nuove tecnologie che prescindono dal contatto e dalla fisicita.
Si sta assistendo cioe alla ricostruzione totalmente digitale e razionale della nostra "naturale abilità sociale"ovvero a una nuova sfida tra la componente umana,tecnologica e organizzativa del lavoro.
Un Rapporto Mac Kinsey del luglio del 2012 sostiene che l'uso dei social media ,nelle imprese e tra le imprese ,ha il potenziale di accrescere del 20 25% la produttività dei knolwledge workers altamente qualificati, il cui contributo e'maggiormente critico per le performance e la crescita.
Il numero di utenti dei social network intanto esplode a livello mondiale:facebook e ' arrivato a 750 mililioni,twitter a 250,linkedin a 110,pinterest a85e il neonato google+,65 milioni.
Non ci sono alternative...Sinteticamente ,insomma,occorrera' più cultura Nerd nel lavoro del futuro e meno fisicita'.
19 - Workers -baby boomers in ufficio
Sono i lavoratori nati dal 1945 al 1965 sono oggi a circa 210 milionie e pari al 45 % della popolazione attiva europea e scenderanno intorno al 22 % solo nel 2020. Nello stesso periodo i lavoratori in Europa attivi con età superiore ai 65 anni saranno 45 milioni.
Abbigliati elegantemente,sempre in ufficio,focalizzati sul salario usano tradizionalmente il telefono o le mail,questi lavoratori sono abituati a dettare documenti,correggere i testi preparati da altri e a gongolare in giro per il web.
Le relazioni con i clienti sono molto personali e telefoniche.
Obiettivo dichiarato di carriera e' in genere quello di eccellere e possibilmente vivere di rendita.
Nel 2030 sostanzialmente spariranno dal mondo del lavoro.
20 - Workers - generazione X e Y
Vestono casual,hanno una carriera tormentata con molti skill ed esperienze,lavorano un po'in ufficio e un po' a casa ,in azienda usano fondamentalmente mail e telefono e apprezzano la sicurezza del lavoro oltre il salario.
Fanno i documenti da soli usando pc,integrandoli con smartphone fanno transazione con blackberry e i phone.
Sono i nati dal 1965 al 1990 inizieranno a ricoprire incarichi rilevanti dal 2020 e costituiscono il 45 % della forza lavoro attiva. Meta di loro sono nati dal 1965 al 1980 e metà tra gli anni ottanta e novanta.
21 - Workers-generazione Z
Nati dopo gli anni 90 costituiscono la generazione che si è' appena affacciata al mondo del lavoro.
Non hanno stili di abbigliamento definiti ,lavorano ovunque,la loro principale motivazione per il lavoro è quella di cambiare il loro mondo.
Usano tutte le tecnologie disponibili per relazionarsi(ti prego,like me!)
Meno Pc più tablet,smartphone ,tutto più mobile ma soprattutto creano spazi digitali senza tempo,multimediali, multi network, multi app, multi linguaggi ...multi tutto.
Costituiscono il 10 % della forza lavoro attiva e non sanno cosa significa la carriera o lo skill.
22- Work/works :Work Life, work-life o worklife
L'Europa perde circa 200 miliardi di euro all'anno per malattie stress correlate ,negli Stati Uniti il costo è di 300 Miliardi di dollari l'anno.
La Cee calcola che i costi delle malattie mentali si girano a circa il 2/3% del prodotto interno lordo per la riduzione della produttività e prevede che nel 2000 la depressione rappresenterà la seconda causa di malattia della comunità'
Gia Oggi la psicopatologia si manifesta con sempre maggiore chiarezza come un'epidemia sociale e più precisamente come epidemia socio comunicativa
Se vogliamo sopravvivere dobbiamo essere competitivi e per farlo bisogna essere connessi ,ricevere ed elaborare in continuazione un'immensa crescente quantità di dati con conseguente costante stress.di attenzione e riduzione del tempo disponibile per l'affettività
Per i knolwledge workers l'alienazione prodotta da un lavoro senza discontinuità e'un grave problema personale e per le organizzazioni in cui lavorano.
I social network introducendo pesantemente le componenti esistenziali di ciascuno di noi
"Drogano" questi processi esasperando i tempi lavorativi e il coinvolgimento di ciascun attore.
Si è passati insomma da un regime controllato di tempi definiti dedicati al lavoro e alla casa ,a mix sempre più correlati e a volte definitivamente inscindibili dei due mondi.
I nuovi mezzi di comunicazione facilitano questi processi poiche non richiedono più spazi fisici specifici :l'ufficio coincide con l'i-pad ma i costi e gli equilibri personali derivanti da questa esasperazione sono difficili e non trascurabili.
23- Works-Nuove modalita di lavoro
-Tablets -
Nel 2017 il numero di tablet passerà da 121 milioni a 416 milioni.
-Google-
Se scriviamo su google la parola " God" otterremo in 29 decimi 1.240 milioni di risultati e in tutte le lingue circa 5 miliardi di risultati.
Se volessimo impiegare un solo minuto per guardarli impiegheremmo 10.000 anni nella ipotesi di non mangiare e non dormire.
-app-
Il software e' radicalmente cambiato. Il 21/5/2012 Obama in una conferenza ha affermato che il futuro sarà nel nei "social object"
Ovvero che ogni tecnologia ha una sua funzione,una sua destinazione d'uso e un suo pubblico di riferimento e da quel giorno sono risultate fallimentari tutte le piattaforme monomarca e onnicomprensive .!
-Social network-
Lo studio del Politecnico di Milano "Enterprise 2.0 "afferma che le organizzazioni hanno iniziato a capire e ad applicare gli strumenti di "comunicazione digitale "ma non sono ancora in grado di interpretare e utilizzare adeguatamente gli "strumenti di relazioni."
I primi sono di fatto una sorta di estensione del concetto di telefono ,mentre i secondi sono di fatto una estensione del concetto di sé.
24- Work- dalla cultura della fabbrica ai social network
L'unità organizzativa di base degli anni 50 non era la mansione ma il work -sistem ,gruppo di lavoro ove Valgono i principi dell'autoregolazione della prescrizione minima dei compiti .E' la teoria dei sistemi socio tecnici .
Negli anni 70/80 con le nuove tecnologie informatiche si sviluppa la total quality,la Leandro production ,il just in time.
Ne consegue una migliore formalizzazione dei processi e una definizione dei ruoli
Negli anni 90 e ' la volta del process Managment e del re engineering con integrazione clienti fornitori.
Con il miglioramento delle tecnologie informatiche migliorano le tecniche di comunicazione e si sviluppano le reti.
Negli ultimi anni social-media e spazi di lavoro virtuale nuove forme di collaborazione (team,comitati etc)
Si evolvono le strutture di governance delle organizzazioni e gli stili di Managment e leadership.
Fondamentale e' lo scopo della comunità e la motivazione nella/della comunità
Abbinata alla trasparenza dei risultati
Un rapporto di McKinseyn del 2012 sostiene che l'uso dei social media nelle imprese e tra le imprese ha il potenziale di accrescere del 20 25%la produttività dei Knowledge workers altamente qualificati il cui contributo è maggiormente critico per le performance e la crescita
Il punto più critico di questo processo e' quello del benessere e della sicurezza che generalmente sono pesantemente sottovalutati.
Siamo insomma di fronte a un quadro di opportunità e rischi rilevanti.
Insomma In questo momento si stanno confrontando due filosofie e due modi diversi di vedere la crisi.
C'è una economia vecchia tradizionale fine del novecento fine del fordismo c'è poi un'economia che non è piu emergente e'già forte .E'l'economia di Apple e Google che nasce attorno al mondo della comunicazione e che ha modi di lavorare completamente diverso.