L'Italia si prepara per celebrare i 100 anni di Burri e il suo Cretto giace in rovina
Una proposta di legge e un Comitato per le celebrazioni: il Parlamento ha intrapreso il lungo iter legislativo per regolamentare i festeggiamenti del centenario di Alberto Burri. Il grande artista nato a Città di Castello nel 1915 è certamente uno dei maggiori esponenti dell’arte del ‘900 le sue opere sono esposte al Guggenheim di New York, al Centre Pompidou di Parigi, alla Tate Galley di Londra e alle Scuderie del Quirinale. Giusto vedere un paese che si prepara a celebrare uno dei suo figli illustri, tuttavia stride e stupisce constatare che una delle sue più importanti opere versi, nonostante le ripetute denunce, in stato di degrado se non di abbandono. Il famoso Cretto, realizzato a Gibellina in memoria delle vittime del terremoto che nel 1968 colpì la valle del Belice causando 370 morti è invaso dalle erbacce e le infiltrazioni d’acqua stanno aprendo numerose crepe lungo la sua struttura. Il Cretto è l’opera di “land art” più grande e importante a livello europeo e questo, a quanto pare, non è sufficiente affinché il nostro paese si attivi concretamente per prendersene cura e valorizzare il proprio patrimonio.
I lavori di recupero promessi e sbandierati nel 2008 come i più grandi lavori di restauro di un’opera d’arte contemporanea mai realizzati in Italia, non sono mai partiti e quasi come per burla sulla cima della collina lungo la quale si stende il grande sudario in pietra sono sorte gigantesche e mostruose pale eoliche. Nel 2009 e poi nel 2010 ecco nuove rassicurazioni, da parte degli assessori della regione Sicilia, sulla presa in cura del Cretto, ma finora nulla di fatto. L’amministrazione Crocetta ha assicurato che nel 2014 partiranno i lavori, ma dopo tante promesse disattese è davvero difficile fidarsi. Intanto l’agonia del Cretto continua.