Carlos Boix, l'arte è esplosione Intervista all'artista cubano nel suo atelier di Ginevra
di Paola Gaviraghi
Ho ancora il riverbero della luce del lago negli occhi, quando in fondo al binario 4 della stazione di Ginevra, compare un uomo, coi jeans strappati e una lunga capigliatura sotto il cappello bianco, gli occhiali da sole e un grande sigaro nuvoloso in bocca. Mi accoglie con un sorriso gentile: è Carlos Boix. Classe 1949 cubano, artista di fama internazionale ed emigrante come lui stesso si definisce. Ha vissuto all’Havana, Stoccolma, Parigi, Tunisi, Madrid e ora si è fermato a Ginevra. Presto tornerà ad esporre in Italia con una personale all’interno delle manifestazioni del Premio Bice Bugatti 2015 in una delle belle ville antiche della Brianza. A pochi minuti dalla stazione vicino al Rodano, nel seminterrato di un vecchio palazzo è situato il suo atelier. Varchiamo insieme la soglia ed entro nel mondo esplosivo e caotico di Boix. Tele di grandi dimensioni piene di segni e colore, un effetto psichedelico che ubriaca gli occhi e la mente e fa battere il cuore. Impossibile non essere travolti dal movimento che inarrestabile esce dalle opere ordinate contro le pareti dello studio. È una danza, un vortice pieno di forza e di vita che ti attira, ti provoca e tutto diventa surreale: la storia che prima conoscevi e lo stesso attimo che stai vivendo. Questo è l’effetto Boix. Un ciclone che ti scombina ogni ordine. Impossibile procedere con un metodo di intervista tradizionale, lascio fluire le parole le immagini e riprendo ogni cosa fidandomi di un incontro che non vuole protocolli, ma desidera mostrarsi come il fluire stesso della sua pittura: libera, dissacrante, provocatoria, ironica e divertente. Siamo complici nel desiderare di regalare al lettore un momento di magia o forse di follia e di dargli la possibilità di incontrare l’artista Boix con l’autenticità di quella sua straordinaria forza e vitalità che intonsa passa ad ogni suo quadro.
Due ore di riprese, colore segni, pensieri, provocazione, ma per entrare nell’intimità della sua storia occorrerà aspettare il giorno dopo, la quiete del mattino, che ci fa ritrovare nella stanza rotonda della torretta della sua casa, tutta finestre e quadri solo un mobile con una specchiera e un tavolo tondo al centro. Da ogni parte luce e lo sguardo passa dai tetti di Ginevra con le sue montagne, alle tele piene di movimento e colore. Frenata la corsa, la fame di vita, di azione apriamo l’album delle foto per estrarvi i ricordi di Cuba, le immagini con gli intellettuali del tempo: l’artista cileno Roberto Matta, lo scrittore Mario Vargas Llosa e poi ancora Fidel Castro con una sua opera, gli autoritratti vestito da Che Guevara per scoprire dove nasce l’artista Boix.
“Da bambino ho passato lunghi periodi in ospedale per via di una grave forma di asma. E non potendo andare a giocare all’aria aperta con tutti gli altri bambini, mia madre mi leggeva dei libri. Mio cugino faceva lo stampatore e possedeva anche una piccola libreria così mi arrivavano sempre tanti libri e tra questi molti erano di arte. Conobbi presto Rembrandt, e mi dilettavo a riprodurre le immagini dei quadri fotografati sulle pagine così che il personale dell’ospedale iniziò a dire che ero un artista. Io nella mia ingenuità di bambino credetti alle loro parole e mi sentii da subito un vero pittore.” Il padre e la madre di Carlos erano felici della sue disposizioni artistiche e le incoraggiavano. Entrambi amavano l’arte: la madre avrebbe desiderato essere una ballerina classica, mentre il padre aveva il sogno inespresso di fare lo scultore, ma la vita li aveva messi su altre strade. Furono felici di sostenere la scelta artistica del figlio che invece, giorno dopo giorno, diventava sempre più reale. Il padre spesso gli diceva: “Da due mezzi artisti e nato finalmente un artista”.
In quegli anni ’60 ’70 l’Havana era in fermento. La rivoluzione coi suoi guerriglieri fanno parte dell’infanzia di Carlos. Il Che lavorava con il cugino, anch’egli rivoluzionario e frequentava la sua casa. Poi c’era il fervore artistico. L’Havana richiamava personaggi di cultura scrittori, filosofi, pittori e il giovanissimo Carlos appena diciassettenne ne fu irrimediabilmente coinvolto. Dopo solo tre anni di Accademia venne espulso, ma il suo percorso artistico non subì freni, anzi crebbe sotto la guida del maestro e amico René Portocarrero e si nutrì dell’aria dei salotti intellettuali dell’Havana, imparando e affinando quel linguaggio critico, ironico e provocatorio proprio della cultura caraibica e di molti degli artisti che si ribellavano al regime castrista, sempre più soffocante e contrario ad ogni forma di libertà. Strinse legami di amicizia con Mariano Rodriguez e Luìs Martinez Pedro e con altri artisti di riferimento di quegli anni come Wifredo Lam e Roberto Matta, e ancora Emilio Vedova, Antonio Saura che spesso si recava a Cuba. Sì affermerà vincendo nel 1973, a soli ventiquattro anni, il primo premio del Salón Nacional de Dibujo (Havana), nel ’74 il secondo premio del Salón Nacional de Pintura (Havana) e nel’80 il primo premio del Salón Nacional Carlos Enriquez (Havana). Lotterà con tutte le sue forze per una vita libera, lontano da ogni dittatura, alla ricerca di un mondo di tolleranza diventando così un emigrante. Boix fa parte della “Generación Escondida”, la generazione nascosta che comprende anche artisti e scrittori come Reynaldo Arenas e Zoe Valdés: intellettuali tutt’ora punto di riferimento quando si parla di cultura cubana.
“Non era facile uscire dall’isola, alcuni artisti che venivano invitati negli altri Paesi chiedevano asilo, altri scappavano clandestinamente verso gli Stati Uniti, altri ancora si adattavano al sistema e cercavano di vivere dentro alle regole della dittatura. Altri invece riuscivano ad emigrare regolarmente, ma era difficile, costava molto procurarsi il permesso dello Stato Cubano e soprattutto, non te lo davano. Alla fine io sono riuscito ad uscire dal paese.” Amante della letteratura svedese e del suo cinema, scelse la Svezia come prima nuova patria. Erano gli anni ’80 e Carlos inizia la sua vita di emigrante in una terra che era l’opposto di quella natia.
Il mondo di Boix è fatto di incontri di amicizie, che lo porteranno a vivere in Francia, in Spagna, in Tunisia fino ad arrivare in Svizzera. Il conoscere paesi culture, il desiderio di avere uno sguardo libero il più possibile aperto, l’essere disponibile al cambiamento e a tessere ogni volta da capo la tela della vita lo caratterizza e diventa materia del suo stesso dipingere. La sua riflessione sul mondo, sulla società, sui miti della cultura contemporanea costruiti dal marketing e dal consumismo esplodono nelle sue tele in un linguaggio divertente e potente: fatto di simboli, di satira e provocazione. Tali aspetti sono evidenti nei quadri de “La costellazione del pollo”, in cui il pollo e l’uovo richiamano sia il nutrimento primario che l’origine della vita o nella presenza in alcune opere dei super eroi del fumetto e del cinema e ancora nelle tele in cui mette in discussione l’attuale mito del Che. Opere tutte in cui il mondo viene sovvertito e si entra nel magia del surrealismo ove si muove la speculazione del pensiero artistico di Boix che ci porta all’origine, al big bang del cosmo, alla matematica quantistica a quell’essenza della vita che immersa nel perpetuarsi del caos della creazione apparentemente sommerge ogni cosa e la pone sul medesimo piano. Quasi a ricordarci che nonostante le nostre peculiarità, nonostante la specificità del tema che si affronta tutto resta inevitabilmente immerso nel grande “brodo” della vita.
L’arte di Boix è esplosione dove il colore è spruzzato sulla tela dalla bocca o posto direttamente con le mani o coi pennelli o addirittura lanciato dal barattolo, in un action painting metafora del caos creativo . Il suo è un mondo che desidera essere incontrato così come accade tra le persone nella quotidianità. Il vivere è un incontrare l’altro, la sua storia, il suo paese, la sua cultura, è aprire la mente a un mondo nuovo, il mondo di BOIX.
Boix- Boxing- Boixismo: A survey of Cuban Painter
a cura di Dermis Leòn
11 Luglio - 7 Agosto 2015
Inaugurazione: 11Luglio alle18.00
Villa Vertua Masolo,
Nova Milanese (MB)
14 luglio - 7 Agosto 2015
Inaugurazione14 Luglio alle 19.00
Heart Pulsazione Culturali
Vimercate (MB)