28/09/12

Anima galleria Pasquale Siniscalco

 

di Paola Gaviraghi

Ci sono alcune necessità dell’anima che sono come un piccolo seme piantato nell’angolo più remoto dei pensieri. Ad un certo punto qualcosa inizia a premere nella testa, il seme spinge e poi? Poi germoglia un’idea nuova, imprevista che ha in sé una forza creatrice e di cambiamento. Così è stato per Pasquale Siniscalco giovane fisico, con dottorato in matematica e master in finanza trasferito dal caldo salernitano a Milano, per cominciare una luminosa carriera nel mondo delle banche.

Pasquale Siniscalco

Pasquale Siniscalco.

La sua necessità aveva un nome preciso: “bello”; e Milano fredda, grigia e frenetica, ma anche pulsante e viva è piena di gallerie d’arte, e di mostre. Così, Pasquale ha iniziato ad aprire le porte delle gallerie a suonare i campanelli, a guardare a chiedere, a studiare e soprattutto a comprare. Il bello era diventato la risorsa per far fronte a tutte le fatiche. Giorno dopo giorno, anno dopo anno quel mondo gli apparteneva sempre più e il numero di opere acquisito era ormai un vero e proprio piccolo magazzino.  Così quella necessità del bello, lo portò a fare della sua passione il suo nuovo mestiere. L’esperienza in banca poteva dirsi conclusa era ora di applicare le conoscenze di sviluppo dei mercati e di gestione finanziaria a una nuova attività imprenditoriale tutta sua e aprire una galleria.

Il primo passo fu trovare il negozio, come la chiama lui, la galleria. «Sì, perché le gallerie sono davvero degli strani negozi, dove si può comprare, ma la gente se lo dimentica e le ammanta di un alone di sacralità talmente alto da renderle luoghi inaccessibili. È un problema culturale, tutto italiano. Così, a parte le inaugurazioni, le gallerie sono spesso vuote e il gallerista passa gran parte della sua giornata in solitudine».

Dopo un numero discreto di ricerche ecco che il luogo ideale si rendeva disponibile proprio sotto casa in via Friuli: Un quartiere signorile adiacente al centro. Il venditore, uno scenografo  quando seppe la destinazione artistica e culturale dello spazio non lesinò nel dispensare consigli preziosi. Così il piccolo locale si trasformò, acquisendo un soppalco e vestendosi  di bianco, con la giusta luce e atmosfera per diventare il prefetto teatro espositivo di opere grafiche.

Grafica, questo l’oggetto amato. E come si addice a un grande amore l’inaugurazione cadde il 14 di febbraio, san Valentino. L’anno: il 2007. Non mancò l’imprevisto di un incidente d’auto a ridosso del gran giorno, ma il neo gallerista superò l’ostacolo e presenziò alla sua “prima”. La mostra: “Varie ed Eventuali (stampe ed altro)”. Gli ospiti, amici ed ex colleghi. Fu così dunque, durante una bella giornata fredda, di pieno inverno che il negozietto al n.34 di via Friuli divenne Siniscalco Arte, galleria di arte moderna e contemporanea.

Era nata una nuova realtà, una di quelle, che col linguaggio di Leibniz, definiremmo di nicchia. Già perché l’attenzione alla grafica d’autore è qualcosa che manca in Italia, pochi ne conoscono l’esistenza e il valore, colpa degli anni ’70 e ’80 che sotto il nome di grafica misero la mera riproduzione di opere e non una produzione originale.  Eppure per la grafica, il novecento ebbe una produttività artistica impressionante per varietà, per stili, per culture. C’è una memoria da ricostruire e scoprire. La giovane galleria di via Friuli, piccolo presidio culturale, iniziò a togliere il velo su questo mondo, mostrando la sua proposta artistica fatta di scelte raffinate, di qualità che passano per opere di Picasso, Mirò, Chagall, Rédon, Rouault, rendendo palese un fatto, tutt’altro che secondario: con la grafica si possono raggiungere autori di indubbio valore, le cui litografie e acqueforti sono alla portata di un portafoglio dal reddito medio. Le incisioni non sono opere secondarie dal punto di vista artistico. Proprio per questo Pasquale ne è così affascinato: «esse sono opere molto meditate, la loro produzione avviene attraverso una serie di passaggi, di pensieri, di riflessioni, di prove e verifiche, ciò fa sì che il risultato finale artistico non sia qualcosa di estemporaneo, ma qualcosa di effettivamente voluto e rappresentativo dell’estetica dell’artista». Tuttavia è arduo far passare questo messaggio.

Di certo le opere grafiche sono un ottimo modo per soddisfare le proprie curiosità sugli artisti, scoprirli nell’uso di questa tecnica raffinata e uscire dal senso comune per cui il pezzo d’arte è solo l’olio su tela. Proprio per questo proporre opere su carta ha in sé il sapore dell’avventura, di una sfida difficile e non comune. «Purtroppo si registra una scarsissima propensione all’acquisto d’arte. L’oggetto d’arte è sentito come qualcosa di lontano e inaccessibile. Aprire la porta di una galleria è un gesto non comune e avere l’idea di comprare un’opera, è qualcosa di non comune. Questo è un problema oggettivo per tutto il mondo dell’arte moderna e per chi vende. C’è un blocco culturale, l’arte è qualcosa che sta lì, non qualcosa che io posso prendere. Non è, dunque, una questione economica, ma di scelta. La gente non si fa problemi a comprare un costoso tavolino di design, ma non avviene lo stesso per un’incisione di Goya che costa sicuramente meno».

Il gallerista è dunque un mestiere con due anime, c’è un progetto culturale da proporre, ma c’è anche un mercato da conquistare. “Mia galleria” fu l’idea per affrontare questi due grandi obiettivi. È un progetto che coinvolge il pubblico rendendolo finanziatore della galleria stessa. Chi aderisce versa una quota periodica che gli permetterà di acquistare un’opera e di partecipare da vicino alla vita della galleria. Con questo sistema la galleria si garantisce un gruppetto di “azionisti” che le permettono di fare nuove acquisizioni e di allargare la propria proposta artistica, e non ultimo di far fronte alle spese di ordinaria gestione.

Ad oggi Siniscalco Arte festeggia quattro anni il suo progetto sta funzionando e soprattutto sta creando incontri seppur lentamente tra artisti e amanti dell’arte o semplicemente curiosi. Proponendo una scelta artistica che esce dal mainstream della provocazione, per concentrarsi su artisti che propongono una poetica originale, sconosciuta ai più, ma capace di liberarsi dall’ingombrante serbatoio d’immagini collettive cui siamo sottoposti ogni giorno e che produce una sorta di perpetuo post pop. Ricordando che occorre approcciarsi all’arte con disincantato e senso critico, liberandosi da pregiudizi culturali. E soprattutto, che l’atto dell’acquisto d’arte è un atto di libertà, è un reciproco riconoscersi nell’opera e questo atto ha bisogno di libertà e di coraggio.

 

http://www.siniscalcoarte.com/ 

 

Estratto da Volti Parole 
una raccolta di storie per voltare pagina. 

Volti Paole

Un libro voluto e realizzato da PadPadRevolution una libera associazione culturale nata dall'idea e dal lavoro di Antonio Cipriani e Valentina Montisci, impegnata nella realizzazione di forme creative di sapere condiviso e nella democrazia dell'informazione. Edita libri e organizza Lab di citizen journalism, mette insieme idee, progetti e persone. www.padpad.eu